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RIFLESSIONI SU UNA SOCIETA' CHE MUORE

  • di Francesca Ancona
  • 11 giu 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

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Sono nata a fine anni 60', i miei ricordi vanno dai 70 in poi. Capitata su questo bizzarro pianeta all'inizio mi sembrava tutto nella norma, a parte alcune cose come la vecchiaia, le malattie, la morte, realtà di cui chiedevo molto a mia madre per capire perché in questo mondo così dorato ci fossero delle note così stonate. Ero piccola e non vedevo il male, non conoscevo i cattivi, forse perché mia madre mi celava parecchie cose con l'intento di proteggere la mia innocenza, la mia spensierata infanzia.

Ero una bambina, ragazza, come gli altri, anche se non proprio come gli altri, diciamo che ero spensierata come gli altri e avevo voglia di giocare, di divertirmi, di socializzare, d'innamorarmi e tutte le altre cose a cui pensano gli adolescenti, insomma, non stavo lì ad analizzare la società, a chiedermi, che so, a cosa servisse lo shopping o il cinema ecc. Mi sembrava, la terra, una sorta di Eden dove tutto era utile per tutti, tutto avesse il suo preciso scopo.

C'erano gli ospedali che curavano gli ammalati, c'erano i bei negozi alla moda pieni di abiti e altre cose bellissime che servivano per vestire le persone a seconda dei loro gusti e desideri, o anche possibilità, non ero una bambina povera quindi non conoscevo certi problemi e il mondo non era come quello di oggi, così smisurato, tutto era nella giusta misura a mio vedere, ragazza degli anni 80, la moda c'era ma non era eccessiva, la televisione, ad esempio, pareva un contenitore innocuo importante per fare compagnia, svagare le persone, educare a volte, far conoscere il mondo, così come il cinema, insomma così come per tutte le arti, pensavo fossero bellissimi diversivi alla noia, alla monotonia dei giorni. Tutto mi sembrava perfetto!

Certo, sui libri di scuola avevo sentito parlare di guerre e ingiustizie, ma pensavo fossero cose appartenenti a civiltà lontane e ancora poco educate e mature, cose ormai passate nella nuova civiltà moderna del benessere e della pace. Mai avrei immaginato che da adulta l'avrei pensata in tutt'altro modo, che avrei visto le stesse cose in un modo diverso, demoniaco, terribile, offensivo, umiliante. Le stesse vetrine luccicanti dei negozi di moda che una volta mi attiravano tanto, la televisione piena di telefilm e cartoni animati divertenti che riempiva i pomeriggi in famiglia, il cinema, le mostre d'arte, il gioco del calcio (mai amato da me ma sembrava innocente), i giornali, amatissimi giornali!!! Ebbene, tutte queste belle cose in realtà erano solo strumenti, strumenti per distrarre la massa e mentre noi eravamo intrappolati nel piacere e godurie varie, che il pianeta (potere) ci metteva a disposizione, esseri cattivi disegnavano il nostro presente, il nostro futuro, il futuro del futuro, la nostra fine ecc.

In fondo ero solo una bambina e poi una ragazza, perché avrei dovuto sapere, vedere, mi sarei rovinata la vita già da allora, però, forse, avrei potuto fare qualcosa insieme ad altri vedenti come me. Sapendo e forse più soffrendo avremmo potuto cambiare qualche carta in tavola, mettere ostacoli ai cattivi, al male, e chissà che il nostro futuro, oggi presente, non fosse stato diverso, migliore. Siamo davvero stati presi in giro tutti in modo perfetto, assurdamente perfetto. E' come nascere, vivere sulla scena di un teatro con un fondale meraviglioso, radioso, brillante e poi accorgersi che dietro al fondale c'è il buio, il vuoto, sporcizia e miseria, desolazione, anche se rimetterai il fondale non potrai dimenticare ciò che hai visto dietro e comincerai a pensare e nulla sarà come prima.

Ci hanno tolto la spensieratezza come prima cosa, ora ci stanno togliendo tante altre cose, chiedono sempre di più. Se ricordo a quando pensavo di essere capitata su un pianeta quasi perfetto mi sembra quasi un sogno ormai sbiadito e mi sento stupida, umiliata, ridicolizzata per esserci cascata. I libri di scuola, le guerre passate, le lontane culture incivili, tutto è ancora presente. Il mondo non cambia, la gente non cambia, tutto si ripete come da montono copione. Qualcuno ha lottato per cambiare ed è morto, ma a cosa è servito? Qualcuno, forse, lotterà ancora e morirà, ma ancora non servirà, se non momentaneamente, perché le ere si rincorrono tutte uguali e sempre alterne, pace e guerra, pace e guerra, in eterno. Questo è il nostro pianeta (spero ce ne siano di diversi, giusto per cambiare un po' copione)

 
 
 

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