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FABIO STRINATI, TRA POESIA E MUSICA

  • Intervista di Francesca Ancona
  • 28 mag 2015
  • Tempo di lettura: 5 min

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In questo mondo soffocato dalla cultura dell'immagine e del materialismo, un supermercato di brutture e merci avariate, sono sempre più i giovani che si avvicinano alla poesia. Uno strano contrasto, un fenomeno interessante. Perché la poesia, massimo strumento lirico, alto, spirituale, è così di moda in un mondo che non regala più nessuna illusione? Un mondo che non regala più niente, soprattutto a chi, come Fabio Strinati, vuole fare il poeta, un mestiere incredibilmente antico che parla della nostra storia, proprio oggi, nell'era della disturzione culturale. Semplicemente, forse, perché l'uomo in fondo non è cambiato e la storia, le radici, le porta nel cuore a dispetto di questa strana società.

Fabio Strinati, scrive ma ama anche la musica che compone. Il suo primo libro "Pensieri nello scrigno, nelle spighe di grano è il ritmo" contiene tutta la sua vita e le sue passioni, l'agricoltura, la montagna che l'ha visto bambino e ora adulto, la musica, i sogni e le speranze. Una raccolta di poesie fresche e leggere, ma anche intense, un libro intimo, una confessione, e autobiografico.

L'INTERVISTA

Fabio, tu sei un poeta, pianista e compositore; chi è nato prima, il poeta o il musicista?

Io credo di essere poeta fin dalla nascita. Il fatto è che l’ho capito solamente nel 2014; non tanto con la pubblicazione del mio libro, ma durante il periodo in cui ci stavo lavorando. Quindi credo che il poeta siano nato prima in questo caso. Poi la musica è dentro di me. Sono un maniaco della musica, non potrei vivere senza. Suonare il pianoforte è per me una droga. Comporre mi fa sentire vivo e vegeto.

Sono tante le tue passioni; tra queste, anche la natura, l'agricoltura, la montagna. Il Fabio bambino che bambino era e cosa amava fare?

Sicuramente se faccio quello che sto facendo in questo momento, lo devo moltissimo all’agricoltura e alla montagna. Sono nato in posti dove la natura è molto presente e questo è stato determinante per la mia formazione artistica. L’agricoltura, il toccare, sporcarsi le mani di terra mi rende felice. Alberi da frutto, ortaggi; credo che tutto questo sia poesia e musica insieme. In conclusione direi che: sono poeta perché sono agricoltore, e sono musicista perché sono escursionista.

Si può vivere solo di poesia e musica o tu hai anche un lavoro, che lavoro fai?

Questa è una domanda molto particolare. Credo che si possa vivere di poesia e di musica senza nessun problema, ma c’è un ma: non bisogna avere debiti, né famiglia né figli. E magari anche due soldi da una parte e condurre una vita sobria e tranquilla. Ecco, questo è il mio caso.

Nelle tue poesie è presente il sogno, le cose che ami, il tuo mondo ideale e interiore. E' lontano da te il poeta realista, colui che s'ispira al sociale, o pensi un giorno di scrivere anche delle problematiche che ci circondano?

Sinceramente cosa farò in futuro non saprei dirlo con certezza. Posso dire che sto lavorando ad un nuovo libro, e che sarà molto diverso dal precedente. Quindi è molto probabile che tu possa trovare le problematiche di cui parlavi. Poi credo che in qualche modo, il mio mondo interiore sia stato influenzato dalla realtà: il sogno è un luogo molto strano, mistico, ma non per questo credo che non sia reale. Comunque, lavoro al mio libro in modo maniacale, perché ogni libro pubblicato potrebbe essere l’ultimo.

Perché hai scelto la poesia e non il romanzo, una storia, scriveresti mai un libro di narrativa?

Ho un rapporto con il romanzo molto personale. So che un giorno scriverò un romanzo, e allora in quel caso sarò sicuramente un’altra persona in tutto. Il romanzo è un lavoro di ampio respiro; lo paragono ad una sonata per pianoforte. E in questo caso bisogna stare tranquilli con se stessi. Ho scelto la poesia proprio perché non sono affatto tranquillo. Per quanto riguarda la narrativa, sinceramente non ci ho mai pensato. Ma ritornando al romanzo, l’idea di dar voce a dei personaggi mi stuzzica molto.

Cosa regala la poesia, oggi, a chi legge e a chi scrive?

Questa è una bella domanda, come dire, molto poetica! Essendo il poeta una figura molto misteriosa, o almeno, così dicono, Anche la poesia assume le sembianze di un qualcosa di misterioso, di indefinito, di vago. A me la poesia ha dato e mi sta dando moltissimo. Quando sentirò che questa energia positiva che ho dentro svanirà completamente, allora vorrà dire che mi dedicherò al romanzo. Mentre per quanto riguarda il lettore, con precisione non saprei risponderti. Di certo, spero con tutto il cuore che possa essere trascinato in una sorta di tunnel dell’emozione.

Qual'è il tuo personale significato di poesia?

Io credo che la poesia sia tutto tranne che significato.

E poi c'è la musica, cosa ti dà più soddisfazione, comporre una lirica poetica o un brano musicale?

Sicuramente, la musica mi rende libero attraverso il suono. Mentre la poesia, mi rende nervoso, instabile, schiavo del presente. Lo stimolo c'è l'ho frequentemente; l'energia è sempre al massimo livello, sia per la musica sia per la poesia.

Ma credo che le due cose possano vivere per conto proprio.

Nell'ambito musicale di preciso cosa fai, sei indipendente o collabori, componi per qualcuno e quali sono i tuoi

progetti?

Nell’ambito musicale mi definisco un musicista artigiano. Suono i miei brani in pubblico, nei teatri, collaboro con altri musicisti. È il caso ad esempio di Valeriano Anastasi, grande bassista e contrabbassista italiano e Manuela Ognibene, attrice e scrittrice. Stiamo mettendo in piedi uno spettacolo di musica contemporanea e poesie che avrà luogo a Modena il 7 giugno.

Tornando alla poesia, è appena uscito il tuo primo libro: «Pensieri nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo». In questo titolo c'è tutto il tuo mondo; la natura, la poesia, la musica, cosa rappresenta per te questo libro?

Essendo il mio primo libro rappresenta moltissimo. Mi ci sono dedicato molto, attraverso uno studio assiduo di ogni aspetto della poesia. Forse per questo può risultare troppo tecnico. Avevo in mente di creare un libro diverso dal solito e credo di esserci riuscito. La scelta del titolo e della copertina la dicono lunga su quanto sia importante la musica per me. Ascolterei musica tutto il giorno, ma purtroppo ultimamente ho poco tempo.

Cosa ti aspetti dal mondo della poesia e da quello della musica, lavori solo per passione o c'è anche l'ambizione?

Non mi aspetto nulla, non creo aspettative. Sono uno che lavora sodo, sicuramente ho ambizione. Fin da ragazzino ho sempre provato ammirazione per chi ce l’ha fatta. Per salire su un palco ci vuole comunque coraggio. Poi, senza la passione non si va da nessuna parte, ma anche un po’ di fortuna non guasta.

Pensi che il web abbia facilitato le carriere, in tutti gli ambiti, artistici e no, o è solo un'illusione?

Penso che il web, così come i social network, se utilizzato bene, possa essere uno strumento molto valido. Soprattutto per far conoscere il proprio lavoro. Ma non credo che faciliti le carriere. Ci vuole il talento per fare carriera e molta molta umiltà.

Cosa sogna Fabio Strinati?

Sogno di essere un giorno riconosciuto come un grande poeta e come un grande uomo. Ma mi accontento di essere Fabio Strinati, sono felice così.

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Il poeta Fabio Strinati

 
 
 

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